ZAMPA DI MIELE di Maria Teresa Necchi

Pensieri e musica. Musica e pensieri. Null’altro trastulla l’alba finlandese avvolta dalla soffice nebbia ancestrale.

Ma la sinfonia, che cavalca leggiadra le prime luci del mattino, è una selvaggia meraviglia ancora senza nome.

Nella rigogliosa Signora del Verde, la Terra dei Sámi dell’orso bruno, ciascuno è direttore d’orchestra del proprio spartito. Ne determina le note, il ritmo e la melodia. Definisce il pensiero che l’ha ispirato ed il titolo che meglio si abbina.

Zampa di Miele, seduto su un robusto ramo di pino blu, richiama alla mente il suo ultimo armonico accordo e le belle cose da lui realizzate. Rievoca luoghi incantati, profumi dalle fragranze nordiche e legnose, sfumature di colori e parole rassicuranti legate ad un tempo spettinato da vivaci riflessioni ed incalzanti domande.

La delicata malinconia, che si tinge dei toni dell’ammaliante paesaggio lappone, accompagna il suo sguardo su passato, presente e futuro, su fitte foreste di conifere e betulle, su morbide colline e prati sterminati.

L’iconico tappeto verde punteggiato di minuscoli laghetti delimitati dagli esker, sottili cordoni morenici, è ingraziosito dall’euforia portata da deliziosi fiorellini artici, fragole succose, more e dolcissimi mirtilli che l’aria limpida e frizzantina suggerisce come compagni di viaggio per alleggerire il cammino.

Tra aprile ed agosto, l’orso bruno, la mascotte nazionale, gironzola a naso in su fiutando l’aria, alla ricerca del suo dessert preferito.

Si concede una pausa, ritirandosi dalle scene verso luglio, quando pensa più a metter su famiglia che a rifocillarsi.

Dopo una dormitina ristoratrice, al riparo in una tana ben arredata e riscaldata, si ripresenta al mondo per esibire, con delicato sfoggio di vanità, accompagnato da una sintonia d’altri tempi, il suo brillante capolavoro.

E così, al suono fiabesco del kantele, strumento musicale nazionale a cinque corde pizzicate, di altissimo valore, realizzato dal saggio Välnämöinen, è annunciato il piccolo musikämmer che hanno chiamato “Zampa di Miele”.

I suoi genitori, su una foglia dell’Albero delle Luci Artiche, specificano i dettagli anagrafici in modo da assegnare al cucciolo un posto nel mondo in base a luogo, giorno, ora, peso, generalità.

Ma, … giunti al colore della pelliccia, non c’è traccia di una casellina corrispondente.

«È una rarità il nostro cucciolotto» dice Rasmus, papà orso, disorientato dalla mancanza.

Mamma Senja, ingegnosa e multitasking, cerca una soluzione tra i file del suo archivio storico di esperienze.

In primo luogo, si affida al fiuto finissimo, e perlustra di nuovo la superficie del modulo verde smeraldo.

Ma si rende subito conto che l’assenza non può essere ricondotta ad una svista dell’emozionato consorte.

«Non c’è proprio nulla. Niente!» dice con occhi tristi piegati all’ingiù.

«Uhm, questo è un inghippo! Ma i problemi,» completa il discorso con un sorso di saggio ottimismo zuccherino «si sa, nascono per essere risolti. Che ne dici Rasmus? Aggiorniamo la scheda con una casellina innovativa: “a pois multi-color”. E così ce la caviamo in fretta!».

Completata la prassi foglio-cratica, Zampa di Miele ottiene un dettagliatissimo green pass, una carta d’identità in fibra di pura cellulosa artica di Rovaniemi.

Al cucciolotto, molto speciale, anzi unico, il Fato aveva assegnato, fin da subito, un percorso vitae singolare, con un dettaglio abbagliante, anche in senso letterale!

Infatti, Mamma Orsa, che desiderava un figlio che spiccasse tra i tanti, aveva dedicato il tempo dell’attesa ad una sana e soprattutto varia alimentazione. Invece di limitarsi al consumo di miele scuro di castagno, che avrebbe determinato la pelliccia uniforme e bruna del cucciolo, aveva assaporato, con gusto, le miscele più ricercate ricavate dai fiori con le nuance tra le più vivaci. Sempre per il bene del nascituro, si era lanciata in scorpacciate senza limiti.

Così il piccolo aveva ereditato una pelliccia disseminata di pois multi-color: il Blu di Helsinky dei romantici fiorellini “Non ti scordar di me”; il rosa antico, come la demi-parure della Corona Svedese, per via della “Bella di notte”;il magnifico color zafferano dei “Girasoli artici di Lemmenjoki”; il cangiante Luci del Nord dei boccioli “Cuore di Lucciola”, e così via, fino a completare le sfumature più sottili della cartella colori di un affermato pittore paesaggista.

Nonostante avesse acquisito anche le proprietà organolettiche associate ai diversi tipi di miele, a causa della pelliccia così eccentrica, il piccolo Zampa di Miele si sentiva sempre più fuori luogo.

Avvertiva un malessere che non gli lasciava tregua, nemmeno quando, ormai adulto, si raggomitolava nella bellissima tana ricevuta in dono da mamma e papà:

«La mia casetta è una meraviglia.» ripeteva tra sé e sé. «È come una bolla: mi protegge dal clima nordico, dai pericoli dell’esterno. È deliziosamente arredata ma…ma…».

In effetti la tana era accogliente e ben coibentata.

Era stata realizzata da una coppia di artigiani Sámi, gli Antikainen, risalenti alla progenie degli Hautamäki. Di grandissima fama internazionale, erano specializzati in costruzioni abitative in materiali naturali, intaglio del legno, produzione di arredi d’interno ed abbigliamento con il marchio Sámi Duodji, il prestigioso trade mark dell’artigianato lappone. I due coniugi, ciascuno nel proprio ramo di competenza, davano vita a gioielli di qualità sopraffina ulteriormente impreziositi da un’anima unica soffiata all’interno con una cannuccia di rarissimo bambù verde del Circolo Polare.

Il focolare aveva le dimensioni di un monolocale arredato secondo i dettami della tradizione antica ed era accessoriato di ogni comfort moderno. Le pareti isolanti, il doppio pavimento riscaldato dotato di botole dispensa salvaspazio, la robusta amaca, il lettone con doghe conformanti calibrato in base a peso ed altezza, la ciotolona di betulla e la tipica sámi guksi, tazza a mestolo, erano un capolavoro di Aarto.

L’abile moglie Inga aveva realizzato vere e proprie opere d’arte di alta sartoria e tessitura al suono ritmico del suo telaio che, addirittura, sembrava le parlasse.

In particolare, una copertina con inserti di pelle di renna ed imbottitura di caldissimo piumino; calze e guanti in lana di alpaca nordica; un berretto blu a tre punte con decorazioni tradizionali e persino calzari con lacci impreziositi da disegni geometrici di una tale precisione che nemmeno un moderno plotter riuscirebbe a riprodurre.

Non potevano mancare le iniziali ZM, minuziosamente ricamate in un angolino.

Di comune accordo, l’avevano omaggiato di un’enorme sacca di cuoio per il miele. Dotata di una sorta di tubicino flessibile, per aumentare la comodità dell’utilizzo senza interrompere la pigrite da letargo, rappresentava un tocco di classe innovativo. Un decoro centrale arricchiva ulteriormente il magnifico oggetto d’artigianato locale.

Per realizzare al meglio i dettami della tradizione, i coniugi avevano ideato un set di attrezzi specifici che fu poi protetto con brevetto internazionale.

Durante il loro lavoro, il laboratorio presso il Lago Sacro di Inari era allietato da musica di ogni tipo. I grandi classici del passato incontravano i ritmi moderni. I visitatori turistici potevano scegliere la melodia preferita inserendo gettoni di corno di renna in un vecchio arnese, chiamato juke-box. Il suono del giradischi in vinile era un valido compromesso per salvaguardare, con praticità, l’aspetto vintage. Allo stesso tempo le nuove generazioni di millenials, centennials, screenagers avevano a disposizione optional all’avanguardia come lettori CD, streaming audio Bluetooth, Radio FM, DAB e persino il 5G. Il fine era di accontentare ogni orecchio musicale.

I visitatori giungevano con flotte di navi a due piani, per osservarli lavorare e fare shopping consapevole. Bastava guardarli all’opera per qualche istante, dietro le finestre consumate dal tempo, per aggiungere una tacca in più al barometro dei sentimenti.

Poi, una volta entrati nell’atelier, ogni stato d’animo era coinvolto al massimo livello e raggiungeva un grado di stupore mai provato in un grande magazzino metropolitano. Montagne di trucioli, profumo intenso di corteccia di pino e betulla, cuoio e pellami in bellavista, ovunque pezzi unici alla ricerca di un proprietario e due figure chine e concentratissime che non si lasciavano distrarre dal minimo richiamo esterno.

Il pizzico di modernità, che avevano introdotto come se si trattasse di ricette di cucina proposte sui canali TV, non intaccava la vera anima della tradizione.

Oggi, Zampa di miele è molto triste:

«Ma… ma… nonostante la mia tana sia di gran classe, …» si ripete, a malincuore, «ho sempre la sensazione di non essere in bolla, come dice il mio amico scalpellino Scheggino-Punta-Facile.»

«Potrei essere l’orso più sereno della Lapland, ma questa morsa allo stomaco mi accompagna in ogni momento. È da una vita ormai che mi sento fuori luogo. Mamma mi diceva sempre “Le anime sensibili come te sono felici con poco ma tristi con nulla.” Forse è vero, non so. Manca ancora una risposta ai miei perché. Quello che è certo è che da noi il Tempo ha un ruolo fondamentale. Gli è stato dedicato addirittura un albero. Io subisco un cambiamento visivo singolare che mi rende pensieroso ed irrequieto. I miei pois cambiano colore di giorno in giorno ed il marrone della pelliccia diventa uniforme. Il motivo mi è oscuro. Non riesco proprio più a tenere a bada l’impeto che mi spinge a cercare risposte. Ormai mi sento una bomba a miccia corta ..»

Infatti, fin dal Parco dell’Infanzia Felice, nella Scuola delle Belle Arti del Bosco e durante l’università della Foresta dei Poeti di Joik, Zampa di Miele si era trovato a gestire situazioni a dir poco imbarazzanti. Il colore della sua pelliccia innescava la pungente fantasia di compagni come Tremendus, Gelosus o Attilus.

Quest’ultimo era un vero e proprio flagello!

Quante volte aveva sentito intonare una fastidiosa canzoncina che lo sminuiva nel suo profondo:

«Arriva l’orso a pois, do re mi sol la, chissà in quale colore sarà, do re mi sol la, e che cappottino avrà!»

Oppure, aveva assistito, incredulo, alle chiacchiere mordaci dei compagni:

«Dai, facciamo a chi scopre le differenze rispetto a ieri! E chi perde paga!» diceva Tremendus.

«Sì, sì. Magari oggi è più marrone oppure ha una macchietta che si è sbiadita! Si sarà lavato con il brillaneve della mamma!» rincarava il compagno di banco «Oppure si è fatto la tinta».

«Ma finitela. È molto simpatico, macchie o non macchie. È dolce come il suo nome!» osava esprimere in suo favore la bella pon pon girl Minna, un po’ audace e senza paura dei giudizi dei cattivelli di turno.

I compagni, in effetti, si dividevano in due schieramenti opposti.

I maschietti avevano lo spettro dei sentimenti fissato sull’invidia da pari.

Alle femminucce, al solo pensiero di Zampa di Miele, partiva l’ormone dell’orsetta cotta. Gli occhioni sbrilluccicavano. L’ammiccare, a brevissima intermittenza, dei lunghi ciglioni incurvati, incorniciava i loro sospiri romantici. Il cuore si sentiva pulsare in lontananza come il suono di un rav-vast nella Grotta Magica della Musica, la sala d’incisione con l’acustica migliore della Lapland.

Così i gelosoni non perdevano occasione per rincarare la dose di cattiverie nell’intento di deviare l’attenzione a proprio vantaggio:

«Minna, tu sei già grigliata come un filetto di renna! Non vedi che, con tutti ‘sti pois, Zampa di Miele risalta ovunque? C’è d’aver vergogna ad andare in giro con lui. E poi, come fai a giocare a nascondino se è in squadra con te! Ti beccano subito.»

«E al cinema, nella multisala della foresta di Gigant-Skerm, con uno così fosforescente… Illumina tutto. Rovina la privacy.»

«È proprio strambo quello lì. Pensa continuamente a trovare certi alberi! Fa dei discorsi! … Parla di colori, di qualità di miele sopraffine. Boh, … non capisco nemmeno cosa dice!»

«Ma, Cortus Di Mentis, te lo chiedi? È così chiaro. Se lo lasciassi parlare, capiresti di sicuro» interviene ancora la dolcissima Minna sfoggiando un gonnellino da sballo con due gambotte da TemptationFin-Land.

«E poi cerca l’Albero del Tempo! È da molto che vuole parlargli. Ha una domanda specifica da porgli. Non è mica un frivolone, lui!»

Le compagne erano ammaliate dal fascino dell’orso, sensibile, un po’ misterioso, decisamente profondo e, … siccome correva voce che “i pensieri delle anime scelte si incontrassero in una dimensione aerea per poi far sbocciare un piccolo ma grande amore in una prateria rigogliosa e profumata,” in loro si rafforzava la speranza di essere selezionate per un primo meeting romantico.

Dialoghi simili accompagnarono ogni istante della crescita speciale di Zampa di Miele.

Oggi ha recuperato il suo prezioso quadernetto “Il Mio Mini Elzeviro delle Cose Belle di Oggi” e fa il punto della situazione rileggendolo con attenzione.

È contento. Ha appurato di aver costantemente preso nota di tutto.

Il notes è come una piccola rubrica d’altri tempi dove ha registrato, con precisione, le sue riflessioni sugli avvenimenti della storia. I suoi dettagliati commenti-documento gli fanno constatare di aver vissuto una reale escalation di cambiamenti nel corso delle stagioni della vita.

Zampa di Miele si sofferma su alcuni passaggi.

Quei fatti, ricorda, gli avevano innescato un applauso ed un barattolone di miele come premio.

È un discorso di Mamma Senja che aveva intitolato “UFFA TIME”:

“Ma uffa, uffa, uffa! È successo ancora e quindi oggi mamma e papà sono stati chiamati dalle mie Maestre dell’Abbecedario perché piangevo a dirotto. D’altronde, cosa potevo fare?! Mica sono finto! Mi scherzavano tutti, ma proprio tutti: «Ecco, ecco che arriva» dicevano «State pronti. Al tre cantiamo insieme» e poi partivano in coro con la solita cantilena nauseabonda dei pois e del cappottino.

Così ben messo non passo certo inosservato e le macchie non aiutano, anzi, mi fanno notare ancor di più. Che problema. Mi prendono sempre in giro. Sono proprio cattivi. Che gliene frega della mia pelliccia maculata. Per fortuna che c’è mamma. Mi ha preso da parte e mi ha detto:

«Zampa di Miele, ti ricordi Pippi Calzelunghe? La bimba di Villakulla Cottage? Bene, lei era unica, fantasiosa, generosa, indipendente. Abitava nella “casa delle meraviglie” in compagnia di un cavallo, un magnifico e adorabile Knabstrup. Tutti desideravano averlo come amico e c’era la fila per farsi portare a fare un giretto. Sai perché? Era magnificamente elegante, con struttura solida ma atletica, occhi particolarmente espressivi, estremamente coraggioso, docile ma vivace, amichevole e… affetto dal “Leopard Complex”. Cioè era a pois. Cosparso di macchioline. Proprio come te, Zampa di Miele! I due fratelli Annika e Tommy non vedevano l’ora di andare a fare una passeggiatina al trotto.»

Oggi, dopo questo discorso di mamma sono rinato. Domani andrò in giro e non mi faranno piangere. Anzi, esco adesso e porto con me una musica che suona dolcissima come te, cara Mamma, “Because you loved me”, mentre davanti mi risplende la vita e si spalanca l’immenso!”

Zampa di Miele sorride e richiude il quaderno.

Ogni volta che avvertiva un calo di zuccheri, Zampa di Miele apriva la sua raccolta di elzeviri. Ogni episodio gli ricordava una conquista che lo rincuorava, almeno temporaneamente.

Oggi è diverso.

«Adesso, però, non mi basta più!» esclama ad alta voce. «Non mi do pace! Devo proprio chiarire i miei dubbi!»

Zampa di Miele è determinato, come sempre gli accade quando la morsa dell’inverno si allenta ed il sottobosco esplode di bacche, mirtilli e more.

Parte per realizzare una “cosa bella per la vita”, come lui stesso definiva il suo traguardo: «Andrò all’Albero del Tempo. Chiederò a lui e capirò .. »

Il tragitto è denso di pietre dell’inciampo che cercano di avvilirlo, sminuirlo, dissuaderlo, fargli perdere la trebisonda e togliergli la connessione datiper allontanarlo dalla sua meta:

«Dove vai Bello, l’Albero del Tempo mica sta lì per te che gli chiedi delle tue macchie! Altri sono i problemi, caro mio!»

Ma, dopo ogni maldicenza ingurgitata, puntuale come ad ogni primavera, una dolce fragranza si spande nell’aria portando milioni di petali di bene che fungono da cosmetici di primo soccorso per l’anima ferita di Zampa di Miele.

Come ricostituente aggiuntivo, mette in pratica le calzanti parole del saggio sommelier Papà Orso Rasmus:

«Due bicerin di sidro artico, ghiacciato, e prende meglio della WI-FI!»

Così, una volta ristabilita la rete, Zampa di Miele riprende il cammino addentrandosi nella frescura regalatagli dalla ricca vegetazione.

Man mano che avanza, poiché le piante hanno un campo energetico specifico, con abilità cognitive da anticipare i pensieri, avvertire i pericoli, indicare la strada, Zampa di Miele si sente accompagnato dallo Spirito degli Alberi.

La magica sensazione di averlo al suo fianco gli dà un tocco in più di tranquillità, anche se, in realtà, non aveva mai sperimentato la dimensione della solitudine interiore.

Mamma Senja, infatti, gli insegnò subito a riempirsi la vita con le sue forze:

«Non si sa mai Zampa di Miele. Se hai la capacità di stare da solo, potrai dedicarti al mondo senza dipendere completamente da lui, senza cercarne il consenso. La tua fantasia sconfinata ti riempirà ogni vuoto con idee e soluzioni. Rispolvererai antichi traguardi e collezionerai nuovi ricordi.»

Trastullandosi e gongolando arriva al Nec–Drive, un organo di controllo designato a verificare bontà d’intenti, nobiltà d’animo ed il superamento, nel tempo, di tutti gli step formativi prestabiliti.

Terminati gli accertamenti riceve un ticket di benvenuto, con popcorn in omaggio, e si accomoda sul vecchio Trenino a Cremagliera Cigolus. A fine corsa, due gradini automatici gli facilitano la discesa nella Radura del Tempo: un grandioso prato verde curato fin nel minimo dettaglio da Mastro Precisinus, il giardiniere super stellato che misura ogni filo d’erba con squadra e calibro per dar vita ad un taglio da mano di fata.

Al centro, un frassino secolare spicca per imponenza. È slanciato, elegante e lussureggiante, con una fitta chioma espansa di color verde intenso che risalta ancor di più per via della luce artica. Le foglie sono imparipennate, oblunghe, opposte e composte, con margine irregolarmente dentato. È così maestoso da coprire tutto il cielo e le sue radici raggiungono ben tre fonti sotterranee per mantenerlo ben saldo ed idratato.

È l’Albero del Tempo. Esiste dalla notte del Baratro del Ginnungagap, il Nulla, quando si generò il mondo.

Da allora, oltre alle scintille spolverate nella volta celeste per rischiarare il buio della notte, venne creata la successione degli eventi. L’Albero del Tempo osserva e scandisce le fasi dell’esistenza, accende il fuoco del nuovo anno e, fornendo rifugio, nutrimento e libertà di espressione ad ogni creatura, svolge un ruolo di estrema importanza anche nel mantenimento della biodiversità di pensiero e di specie.

Per alcuni viandanti funge da B&B mordi e fuggi, con una ricca colazione biologica servita, prima della partenza, in un ambiente estremamente conviviale.

Per altri è un condominio, se non addirittura un grattacielo, con molteplici inquilini di lunga data: foglioline, animali del bosco, elfi e folletti d’altri mondi.

Tutti gli ospiti dell’Albero del Tempo hanno diritto di proferir parola e voce in capitolo, purché nel rispetto del Regolamento Condominiale del Quieto Vivere che viene gestito dall’Amministratore Fogliolina Norma Di Legge.

Ad alcuni però è stato assegnato un ruolo del tutto singolare.

È il caso della Fogliolina dei Profumi che ingentilisce ulteriormente gli animi sensibili con un tocco di gran classe. Associa un’essenza ad ogni ricordo rendendolo indelebile e richiamandolo alla mente ogni volta che si riconosce la fragranza abbinata. I profumi, creati dalle goccioline dell’Albero della Brina, parlano all’anima e sono inneschi emotivi di straordinario spessore umano. Kalevale, poeta sámi, autore di una raccolta di poesie popolari dedicate al corteggiamento, sosteneva che nel momento in cui l’innamorata «sfiorò la sua mente con un profumo…nulla fu come prima.»

La Fogliolina della Musicaha il cosiddetto ruolo della Chiave di Violino. Con le sue melodie accontenta qualunque richiesta, accompagna qualsiasi stato d’animo e situazione di vita. Corre a diverse velocità inseguendo il flusso di coscienza, accordandosi con differenti sfumature e fragranze dell’animo.

«Certo, non può salvare il mondo» dice la Fogliolina del Buonsenso «ma il mood del momento di sicuro ne trova giovamento e, se in aggiunta ci si concede un buon tuoppi, boccale da mezzo litro, di idromele, una momentanea stonatura d’umore si alleggerisce di sicuro».

La Fogliolina delle Belle Cose rappresenta l’intento, lo scopo, i valori che ciascuno si prefigge di raggiungere. È strettamente legata, con un nodino inscindibile, alle Gemelline Fatica e Pazienza.

L’intero ritratto porta a confermare che il Tempo sia una categoria fondamentale nel Mondo finnico e che abbia un proprio peso specifico strettamente collegato anche al concetto di velocità e sensibilità personale. Infatti, può essere percepito come lento, rapido, leggero, allegro o pesante a seconda della sensazione innescata e le emozioni sono rappresentate su un orologio particolare che aggiorna la situazione in tempo reale.

Prova ne è che, appena il faro Psichedelic Dance, mettendosi a lampeggiare e suonare, preannuncia l’arrivo di Zampa di Miele, sul suo mega quadrante compare un avviso:

«Oggi entusiasmo al massimo livello con previsioni di crescita imminente e scrosci di lacrime di gioia da un momento all’altro. Questa non è un’esercitazione. È una vera e propria allerta meteo. La protezione civile si ritenga informata del bellissimo trambusto emotivo che sta per piombare

Così, debitamente informate, tutte le Foglioline si agitano a dismisura e si liberano addirittura dai rami per un voletto di benvenuto. Si avvicinano e poi si allontanano. Ritornano e scompaiono di nuovo per poi accerchiarlo e giocare al girotondo. Fanno voli acrobatici in coppia e mano nella mano. Non sanno proprio contenere lo stato d’animo del momento.

Zampa di Miele è impressionato dall’accoglienza calorosa e dall’accordo armonico delle diverse sfaccettature dell’esistenza.

Nel momento in cui l’Albero del Tempo gli rivolge la parola, l’effetto sbalorditivo si ingigantisce ulteriormente:

«Zampa di Miele sei arrivato a destinazione. Ti stavo aspettando. Sentirti rileggere il tuo magnifico elzeviro ed ascoltare il tuo turbamento, mi ha profondamente commosso.»

«Albero del Tempo, ho vissuto costantemente accompagnato dal mio proposito di incontrarti: era la mia bella cosa da realizzare. Tante stagioni si sono avvicendate e non ho mai smesso di inseguirlo.

Sai, il mio aspetto subisce cambiamenti proprio come la Luna Rossa, figlia di Mundifæri, si modifica di giorno in giorno.

Sono nato a pois. Il loro colore vivace si è attenuato e la mia pelliccia è diventata di un marrone uniforme. Poiché la trasformazione si è verificata con il trascorrere del tempo ed il motivo è rimasto un vero enigma, decisi di rivolgermi a te, che ne sei il custode per eccellenza.

Ancor più misteriosa è la presenza di una macchiolina gialla. È proprio qui, vedi, l’avrai già notata di sicuro! Spicca proprio. Sembrerebbe indelebile.Vorrei capire come mai non se ne vuole proprio andar via.»

«Zampa di Miele, Zampa di Miele. Tutto parla di te e la tua rubrichetta contiene molte risposte. Insegna a conteggiare, cioè a capire cosa conta nei giorni che hai vissuto.

Ci è voluto molto per perdere i tuoi pois. Simbolicamente dovevi aver completato la tua formazione, aver superato tutti gli step intermedi. Solo allora hai potuto renderti conto dell’esistenza dell’unica macchiolina indelebile.

Il pois giallo, è un piccolo Smile. Sai, quelle graziose faccine sorridenti, molto trendy. Testimoniano un passaggio, un traguardo raggiunto o sbloccano un ricordo speciale.

Non sparirà. Ti accompagnerà, finché esisterà il Mondo. Ha una missione grandiosa: conferire nobiltà al Tempo, alla Fatica ed alla Pazienza che hai avuto fin da quando il delicato suono del Kantele annunciò il tuo arrivo.

Zampa di Miele, le cose belle, quelle di valore, che ti permettono di de-finire la tua melodia, non vengono regalate! Non è facile ottenerle.

Per realizzarle è necessario che le stagioni trascorrano costellate dall’impegno e dalla forza d’animo di un Certosino.

È proprio così, tutto ciò che ha un significato, non è né semplice né tantomeno comodo da raggiungere.

Tu hai iniziato ieri a costruire il tuo mondo di oggi che ti farà da ponte per il tuo domani. Hai acquisito la marcia in più dei Grandi Lupi di Mare del nostro passato. Ti sei conquistato il “Senso della strada delle vele e della via delle balene” che li distingueva. Sai cavartela, padroneggiare il trascorrere dei giorni, perseguire un intento, faticare e pazientare per realizzarlo senza scalfire la volontà di arrivare al tuo obiettivo.

Con la tua macchiolina potrai andare ben oltre ogni confine. Lei ti permetterà di ricordarti dei tanti traguardi raggiunti. Ricordi? Quelli che premiavi, oh golosone, con un barattolo di miele!

Non cercare di cancellarla. È un applauso, una carezza emotiva da esibire, quella che ti farà continuare a lavorare d’ingegno per raggiungere un sogno, a navigare a dispetto delle cunette che occorre superare per arrivare ad accarezzarlo con la tua dolcissima Zampa… di Miele!»

Zampa di Miele si ritirò dalle scene, verso luglio, per poi ritornare, come direttore d’orchestra della sua singolare sinfonia, in compagnia di Minna.

Nell’aria il Kantele intonava “Vita Mia” e Zampa di Miele, seduto su un robusto ramo di pino blu, annunciava, con delicato sfoggio di vanità e l’augurio di un futuro ricco di pois formativi, il loro brillante Capolavoro!

Comments

  • Roberto
    24/08/2024

    Proprietà narrativa eccezionale!! Mi sono sentito trasportato indietro nel tempo. Quando il.mio papà mi raccontava le favole per farmi addormentare. Brava, anzi di più!

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    • Maria Teresa Necchi
      29/08/2024

      Roberto, leggere che Zampa di miele ti ha trasportato indietro nel tempo sbloccandoti un ricordo così caro gli regala un superpotere immenso che va al di la del tempo. è una favola moderna e questo orsetto innamorato che coglie il senso della sua Vita per poi condividerlo con noi tutti e la sua Minna credo che sottolinei l’universalità del suo pensiero. al suono del Kantele, ti ringrazio davvero tanto per le tue parole. M.T. Necchi

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  • Giuseppe
    24/08/2024

    Questa volta Maria Teresa ha superato se stessa con un racconto dolcissimo variegato in molteplici sfaccettature sullo sfondo di una natura dipinta a colpi sapienti di un pennello delicato e quasi magico. Le Prime righe sono una poesia che scorre morbida tra parole scelte con cura per scorrere fluide e armoniose. Poi entra in scena il protagonista il simpatico orsetto dalla pelliccia a pois e qui il racconto si snoda lungo tutta una vita alla ricerca del tempo. Ancora una volta dieci e lode.

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    • Maria Teresa Necchi
      29/08/2024

      Giuseppe, Dieci e lode anche al tuo commento! L’ho riletto più volte come se fosse un racconto. Hai colto ed assaporato ogni dettaglio della narrazione, dei pois di Zampa di Miele. Grazie per riempiermi di entusiasmo… quello che animerà la prossima sfaccettatura della “Vita mia”.
      a presto. M.T. Necchi

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  • Carmen
    26/08/2024

    Non ho parole! mi è piaciuto tantissimo. brava Teresa. continua a farci sognare con i tuoi racconti che, sono delle vere e proprie favole moderne. Un abbraccio ❤️

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    • Maria Teresa Necchi
      29/08/2024

      Carmen mi fai sognare! pensare di scrivere racconti che sono “favole moderne”, come dici tu, mi lascia senza parole. anzi mi carica di un entusiasmo infinito che mi innesca nuove micce emotive, quelle che portano a nuovi racconti. Grazie di cuore. M.T. Necchi

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  • Graziano
    26/08/2024

    All’ inizio mi sono sdraiato su un prato morbidissimo in una natura descritta con estrema maestria. Poi sentivo in lontananza una voce che mi raccontava una storia. Le diversità, le lotte per raggiungere i nostri obiettivi, la pazienza di affrontare la vita giorno per giorno. Il racconto è commovente e delicatissimo. Dobbiamo guardare avanti, ricordarci che ognuno di noi è diverso e che anche noi abbiamo un puntino giallo che ci differenzia dagli altri. Grande Teresa

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    • Maria Teresa Necchi
      30/08/2024

      Graziano il tuo commento “suona” di poesia d’altri tempi! che bello quando ci venivano raccontate le storie, quelle con un messaggio. Se Zampa di Miele ti ha portato a riflettere sulle sane lotte per arrivare ad un traguardo e sulla pazienza vista come ingrediente per raggiungerlo, sono veramente fiera del “cucciolotto a pois” alle prese con la vita che alla fine si ritrova ad avere un piccolo smile di grande significato. Grazie per aver letto, ancora una volta, con estrema sensibilità una favola moderna. M.T. Necchi

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  • Cristina Comolli
    26/08/2024

    Che brava!!!. Sempre Bello Leggere.ituoi racconti tanto.fantasiosi quanto.molto.reali per me. Aspetto il prossimo e grazie.perche leggendoli imparo. Ciao Tere

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    • m.T. Necchi
      29/08/2024

      cristina che soddisfazione! addirittura “impari” leggendo i racconti che scrivo. la realtà ispira la mia fantasia e la penna si attiva con tanto entusiasmo. ed ora, alla luce del tuo commento, sono ancora più incentivata a procedere per questo cammino. grazie e…a presto. m.T. Necchi

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  • Roberto
    27/08/2024

    Che dire di zampa di miele… ogni volta che tu scrivi mi susciti nuove emozioni che solo le tue parole riescono a tirare fuori. Bravissima tere la stra da del tuo successo è ormai segnata continua a regalarci nuove emozioni

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    • m.T. Necchi
      29/08/2024

      Roberto, suscitare “nuove emozioni con semplici parole” è un apprezzamento che ogni “pennafacile” vorrebbe sentirsi attribuire! il riferimento a “regalarne di nuove” è un meraviglioso input per i prossimi racconti e per continuare con serietà il nuovo cammino. Ti ringrazio per avermi regalato uno SMILE INDELEBILE da portarmi addosso, come quello del dolcissimo Zampa di Miele. A presto. M.T. Necchi

      reply
  • Laura'57
    27/08/2024

    Brava Teresa, è sempre un piacere leggere i tuoi racconti. Anche questo si fa apprezzare per la narrazione evocativa di immagini inedite e ricca di invenzioni linguistiche. Una favola simbolica sul valore del tempo fra memoria e futuro.

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    • m.T. Necchi
      29/08/2024

      Laura, e per me è un piacere leggere i tuoi commenti. i tuoi apprezzamenti per la narrazione evocativa, le immagini inedite e le invenzioni linguistiche del racconto sono una coccola emotiva, uno smile cucito sul cuore. Grazie per aver letto la “favola simbolica” di Zampa di Miele. a presto. m.t. necchi

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  • Alberto
    27/08/2024

    “Zampa di Miele” è un piacevole racconto che Teresa distilla dalla sua fervida fantasia, all’interno del quale si staglia l’ antica figura di “Albero del Tempo”, saggio consigliere che invita il giovane orso a seguire i suoi insegnamenti di Vita. Zampa di Miele potrà superare i mille ostacoli che incontrerà sulla sua strada, se saprà sviluppare la forza d’animo e la pazienza che è un’arte di tolleranza e di sopportazione, ricordandogli che è nel profondo di se stessi che riposano i veri tesori di un vivente.

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    • m.T. Necchi
      29/08/2024

      Alberto, il tuo commento è una bellissima riflessione ed un insegnamento da cogliere al volo. la fantasia che nomini, si sviluppa da spunti di vita reale ed i “tesori di un vivente” sono veri punti di forza da coltivare. grazie infinite. a presto. M.t. Necchi

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  • Laura'57
    28/08/2024

    Brava Teresa, è sempre un piacere leggere i tuoi racconti. Anche questo si fa apprezzare per la narrazione evocativa di immagini inedite e ricca di invenzionin linguistiche. Una favola simbolica sul valore del tempo fra memoria e futuro.

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  • Rosy
    28/08/2024

    Ciao Tere, ho letto adesso il tuo racconto ” Zampa di Miele”..molto piacevole e straordinariamente descrittivo nei minimi particolari,..una fervida fantasia con all’interno un significato..mi e’ piaciuto,..mi sembrava di essere immersa nella natura..brava!..

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    • m.T. Necchi
      29/08/2024

      ciao Rosy e grazie per il tuo riscontro. i riferimenti alla fantasia ed alle descrizioni dettagliate che accompagnano un significato profondo mi permettono di delineare quali siano i punti di “dolcezza” che vengono apprezzati in ZAMPA DI MIELE. altri miei racconti, sempre sul sito di ISEAF Books, aspettano il tuo commento. Con l’augurio di una buona e divertente lettura resto in attesa di sentirti presto. M.T.Necchi

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  • monia
    30/08/2024

    Ciao Teresa, ho letto Zampa di Miele. quanta magia e quanta poesia!

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    • M.T. Necchi
      07/09/2024

      Monia grazie per il tuo commento. Magia e poesia sono “ingredienti” molto importanti in un racconto ed un golosone come Zampa di Miele li apprezza a dismisura. se ti fa piacere sul sito trovi altre mie “magiche” novelle. A presto. M.T. Necchi

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  • Roberta R.
    30/08/2024

    Davvero molto bello, coinvolgente e commovente

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    • M.T. Necchi
      07/09/2024

      Roberta ti ringrazio per il tuo commento. E’ bello sapere che Zampa di Miele ha la forza di coinvolgere e commuovere. Mi farebbe piacere ricevere le tue impressioni per gli altri miei racconti che trovi on line sempre pubblicati da Iseaf Books. a presto. M.T.Necchi

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  • Monia
    01/09/2024

    Ho letto Zampa di Miele. Quanta magia e quanta poesia!

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  • Rina Chiaverano
    05/09/2024

    Il racconto è molto piacevole. La descrizione del paesaggio, attenta ai dettagli, invita alla lettura. Zampa di Miele, un orsetto dolce come il suo nome ma preoccupato per la sua pelliccia maculata è determinato a capirne la causa. Ci incuriosisce a tal punto da fare con lui il viaggio alla ricerca dell’ Albero del Tempo. Il finale, a sorpresa, fa vedere che con le foglioline della fatica e della pazienza si può dare un “titolo armonico” al proprio spartito di vita. Maria Teresa è ancora una volta molto sensibile nel capire e poi trasmettere con cura lo stato d’animo dei protagonisti dei suoi racconti. Sono in attesa di un nuovo “capolavoro”.

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  • M.T. Necchi
    07/09/2024

    Grazie Rina, ormai sei un’affezionata lettrice e commentatrice dei miei racconti che porti a termine con estrema attenzione e cura dei particolari. le tue bellissime parole mi invitano a continuare cercando di stupire ancora con nuove delicate emozioni. A presto. M.T. Necchi

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  • umberto
    17/09/2024

    Leggo e rileggo (il piacere della scoperta!).
    A proposito: Tremendus, Gelosus, Attilus … figure da non frequentare per il nostro orso a pois…do re mi sol la…
    Osserviamo “lui” ed impariamo noi. …quindi knabstrup…come ZAMPA DI MELE !!?! …non manca un pensiero a Celine Dion… due bicerin di sidro artico, ghiacciato, e prende meglio del “WI-FI”: è una buona idea …forse rimarrei nel mondo dei sogni per qualche ora in più… ma l’ALBERO DEL TEMPO…fu “il primo creato” insieme al mondo? anche tu, come ZAMPA DI MIELE, hai iniziato ieri a costruirti il tuo mondo… meglio…un tuo NUOVO MONDO!… ed il finale con VITA MIA.

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    • M.T. Necchi
      18/09/2024

      Grazie Umberto. Zampa di Miele è felice di avere un “amico lettore” come Te che lo segue, studiandolo, in ogni suo passo del racconto. Il mondo di Zampa di Miele, il suo mondo o meglio, come lo definisci Tu, “il suo NUOVO MONDO” è la vita che si è costruito e che continua a sorprenderlo con colonne sonore da fiaba…quelle che RISVEGLIANO! Grazie ancora per la scrupolosa lettura e… a presto. M.T. Necchi

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