IL TESORO SEPOLTO di Luciano Della Vecchia

Nel giardino della Casa

«Buongiorno Signora Adelaide! Sono felice di essere di nuovo vostra ospite qui!»
«Buongiorno mia cara, è sempre un piacere invitarvi!… Vi prego!»
«Cosa festeggiamo oggi?»
«Solo una colazione per gli amici! Abbiamo ospiti dall’Olanda!»
«Ah, sarò ben felice di conoscerli, dopo me li presenterete Adelaide!»
«Ma senza dubbio, Diana, ci rivedremo senz’altro tra poco, perdonatemi ma ora devo ricevere gli altri invitati!»
«Ma certo Mrs Adelaide! Ci vedremo dopo… Venite Antony, accomodiamoci ai tavoli vicino alla balaustra.»
«È bellissimo questo posto, hanno avuto una bella fortuna le Heartwork a comprarlo, allora!»
«Ah sì, Antony, una vera fortuna, peccato non averci pensato noi!»
«Era fuori dalle nostre disponibilità, Diana!»
«Voi credete Antony? Ci voleva solo un po’ di coraggio. Loro hanno fatto un affare!»
«Buongiorno Diana! Buongiorno sir Antony! Come state?»
«Buongiorno a voi Mrs Pinkerton! Grazie, come vedete stiamo bene, vi sedete con noi?»
«Grazie! Accetto volentieri! Un diniego sarebbe spiacevole, Diana!»
«Certamente! Dicevamo con Antony di questo incantevole luogo! A voi piace Susan?»
«Se mi piace! Scherzate! È tutto fantastico qui: la casa, il giardino, la tenuta!»
«È vero cara, peccato debbano goderselo solo in due: nonna e nipote!»
«Già! A proposito voi l’avete già vista Miss Catherina?»
«Veramente no, in realtà anche noi siamo arrivati proprio ora!»
«Ah, certo! Bhe, mi siedo allora, la vedremo quando scende.»

«Siete pronta Miss Catherina?»
«No Silvia! No… questo vestito… non mi piace molto! Voi che dite?»
«Ma, miss Catherina, è… bellissimo, credetemi!»
«Ne siete sicura? Mi sembra anonimo! La principessa d’Olanda sarà uno splendore!»
«Bhe, se posso permettermi, io l’ho vista ieri l’altro, la principessa, non è assolutamente al pari vostro, miss Catherina!»
«Grazie Silvia, ma voi lo dite per compiacermi!… Vediamo un gioiello da mettere.»
«C’è la collana con i topazi, si abbina con i fregi blu del vestito!»
«Prendetela, e fatemi vedere!»
«Certo, miss Catherina!»
Catherina Heartwork era una donna di 38 anni, bellissima, occhi color mare artico: un blu profondo mai visto, il taglio delle palpebre era da cerbiatta, capelli neri lunghi e lucenti, le pelle color latte, un viso ovale perfetto, zigomi appena pronunciati, naso piccolo e delicato, la bocca leggermente allungata ai lati, con due labbra rosse naturali, grandi, morbide, il collo lungo e sottile, le mani di una musicista.
«È perfetta sulla pelle chiara delle spalle, Miss Catherina!»
«Sì, mi piace, metto un po’ di trucco! Anche gli orecchini e l’anello di topazio, Silvia.»
«Certo, sono qui, vi aiuto a indossarli!»
Uscì sul balcone della sua stanza, vedeva bene il gradino allestito per il ricevimento, gettò l’occhio quà e là per vedere chi c’era già, le solite persone, amici, diceva sua nonna.
«Silvia, non scenderò subito, aspetto ancora un po’!»
«Come volete Miss Catherina! Vi faccio portare qualcosa?»
«No, no, niente, grazie, potete andare!»
«Con permesso!»
«Bella festa Paul! Che ne dite!»
«Troppa gente “anziana” mio caro, dove sono le ragazze?»
«Sicuramente ci sono Elizabeth e Amanda, e se non ci sono, stanno arrivando!»
«No, non ci sono, io non le vedo! C’è quella Diana, ma è con il marito!»
«Dimenticate Catherina, mio caro!»
«Lei! ah… sì… salvo il fatto che è inavvicinabile!»
«Voi dite?»
«Avete mai provato a parlarle?»
«Solo una volta, mi è sembrata disponibile.»
«Chi? Lei? Ah ah, non vi degnerà più di uno sguardo, credetemi Frank!»
«Perché? Volete dire che non le interessano gli uomini?»
«Questo non lo so, ma certo non gli uomini come noi! Siamo troppo poco e troppo normali, per lei!»
«Uhm… non so se darvi torto o ragione… Ehi! Ecco Elizabeth!»
«Sì, vedo!… Sai che si dice di lei vero?»
«No, cosa?»
«Che normalmente, nel suo letto, ci sono sia uomini che donne!»
«Davvero? Non mi è giunta questa voce, sapevo che aveva una predilezione per ragazzi molto giovani!»
«Ma che dite! Noi allora non avremmo speranze!»
«Non ho detto “solo” ragazzi…»
«Va bene, va bene… che facciamo, le invitiamo qui?»
«Amanda! Elizabeth!… Buongiorno!…»
«Ehi! Salve!» risposero le ragazze.
«Buongiorno signorine!»
«Buongiorno Paul, buongiorno Frank!»
«Vi unite a noi?»
«Sì, perché no!… Che bella festa, non è vero?»
«Lo sarà da ora in poi, grazie a voi!»
«Oh che galante, ci state adescando per caso?»
«Ma cosa dite mai? Non lo farei così sfacciatamente!»
«Ah no? E che aspettate? Che vi venga l’ispirazione? Dovete solo chiedere ad una ragazza se vuole scopare con voi? Mi sbaglio?»
«Ehm… Elizabeth! Siete sempre così… diretta… in questi argomenti?»
«Vi ho messo in imbarazzo Paul? Sul serio? Per restare in argomento, per esempio… di voi si dice che siete molto ben dotato!»
«Oh! beh questi sono particolari che non…»
«Che non cosa? Vi rifiutate di confermare una simile vox populi?»
«Elizabeth… preferisco non dire nulla! Bevete qualcosa, signorine?»
«Io una limonata con ghiaccio.»
«Bene Amanda, e voi?»
«No, ora non prendo nulla, grazie!»

A circa tre miglia a valle, riva del fiume, La polizia trova un cadavere

«Buongiorno commissario!»
«Buongiorno agente Mills, dove l’avete rinvenuto?»
«Era incastrato tra le canne sulla riva, l’ha trovato un pescatore, stamattina presto.»
«Che cosa vi ha detto?»
«Nulla di particolare lo ha notato che galleggiava in mezzo alle canne, vicino al posto dove lui in genere si mette a pescare.»
«È stato il pescatore a tirarlo su?»
«No, lo abbiamo ripescato noi, lui è venuto subito a chiamarci.»
«Ci voglio parlare, dov’è?»
«Eccolo là, sta parlando con gli altri agenti.»
«Buongiorno, sono il commissario Lefranc, signor…?»
«Buongiorno sono Brown, George Brown, Stavo giusto parlando con gli agenti…»
«Parli con me adesso! Oggi è domenica, vorrei sbrigare questa faccenda e tornare a casa, se non vi dispiace!»
«Ma vi pare commissario! Chiedetemi pure!»
«Sì, ma forse sarà necessario che domattina venga comunque alla stazione di polizia! Vi farò sapere dopo che avrò parlato col coroner… diciamo nel pomeriggio sul tardi allora, o domattina presto! Tenetevi a disposizione!»
«Va bene! Gli agenti hanno già preso i miei dati!»
«Naturalmente… A che ora siete venuto a pesca signor Brown?»
«Erano circa le sei e mezza.»
«E qui ci venite spesso, a pesca?»
«Quasi tutti i giorni, commissario!»
«Quasi vuol dire anche ieri?»
«Sì, ieri mattina ero qui!»
«E il cadavere non c’era?»
«È esatto, non c’era nessun cadavere! Ma stavo facendo notare agli agenti che il corpo del poveretto era legato a qualcosa…»
«Legato? Che vuol dire?»
Sì, c’è una corda stretta alle caviglie del morto, lunga circa cinque piedi, con l’estremità spezzata, forse la corrente, non saprei!»
«Va bene, lasciate perdere, gli agenti si occuperanno della corda. Ditemi, nei giorni scorsi nulla di strano qui allora?»
«No, assolutamente, venivo come al solito, pescavo per circa due ore, e poi andavo via!
Tutto normale?»
«Sì certo, tutto normale, tranne stamattina!»
«Nessun movimento di barche, che so, natanti di qualsiasi tipo, persone, chi ci viene qui, oltre voi?»
«Eh no, mentre ero qui nessun movimento, altre persone dite? Non saprei, forse durante la giornata, non so. Ma qui è sempre poco frequentato…»
«Voi non avete trovato nulla vicino al cadavere?»
«No, proprio nulla.»
«Va bene, vi farò sapere, buongiorno!»
«Buongiorno commissario!»
«Dottor Delott, salve, che mi dite?»
«Commissario! È un ragazzo, nemmeno vent’anni, morto da qualche giorno, al massimo tre quattro, direi strangolato da una fune, la cosa strana è che non ha fatto nessuna resistenza, in genere provano a liberarsi, si dimenano, si muovono, perciò… credo sia stato prima narcotizzato, ma potrò essere sicuro dopo gli esami di laboratorio.»
«La corda ai piedi?»
«Quella è servita per tenerlo ancorato da morto, ancorato a qualcosa nell’acqua, non so, una radice, un albero, un palo, qualcosa di simile, era sicuramente tenuto fermo dalla corda e da qualcosa di pesante. Forse la pioggia della scorsa settimana, lo ha strappato via dall’ormeggio, diciamo così!»
«E la corrente lo ha portato fin qui.»
«Eh sì, credo proprio di sì!»
«Bene, dottore, facciamo questi esami al più presto, è un caso di omicidio.»
«Sì commissario, non so se riusciremo anche a dire chi era! Il povero ragazzo!»
«Ah… sì, l’identificazione. Intanto vedrò tra le denunce di scomparsa, o dagli evasi da qualche istituto, magari siamo fortunati, se è di queste parti!»
«Certo, certo, indagare è il vostro lavoro! Oppure un bel colpo di fortuna!»
«Qualche volta non guasterebbe!»
«Lo so, buona domenica George!»
«A voi, sir Delott!»
Rivolto agli agenti.
«Ragazzi, l’ispettore Kantfield si occuperà di questo caso, domani lo avviso io.»
«Bene commissario.»
«Agente Mills, non sarà facile, ma bisogna risalire a monte per trovare dove era ancorato il corpo, prendete due uomini, e perlustrate la riva, prima questo lato, poi quello opposto, da qui a qualche centinaio di yards a nord, per me non deve essere molto distante. Dovreste trovare un punto di attacco, magari con un pezzo di corda, può essere un tronco, una radice, qualcosa di simile insomma, che stia nell’acqua, è chiaro?»
«Va bene commissario. È chiaro!»

Il tesoro sepolto è un romanzo di Luciano Della Vecchia

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