LA FABBRICA DEI CHIODINI E IL CHIODINO DIFETTOSO di Pamela Mariani
genere: INFANZIA E ADOLESCENZA
Un tempo, in un paese lontano, situata in cima ad una piccola montagna e circondata da un bosco rigoglioso di abeti, sorgeva una fabbrica di chiodini.
La fabbrica era aperta tutto l’anno ed ogni giorno lavorava intensamente producendo migliaia e migliaia di chiodini colorati, ma era soprattutto nel periodo precedente il Natale che non si fermava davvero un attimo, rimanendo aperta notte e giorno per produrre quanti più chiodini possibile.
A questo punto, vi starete forse chiedendo che cosa sono questi chiodini, ebbene, avete presente quei chiodini colorati che i bambini utilizzano per creare dei bellissimi disegni infilandoli in tavolette di plastica fatte a griglia?
Ecco: questi sono i chiodini che la fabbrica in cima alla montagna instancabilmente produceva giorno e notte da millenni.
Ogni abitante del villaggio, infatti, faceva un lavoro inerente alla realizzazione dei chiodini. C’era ad esempio chi trasportava le materie prime per costruirli,
chi ne seguiva la linea di produzione, chi li lucidava fino a farli brillare, chi li impacchettava, chi ne gestiva le vendite con gli altri villaggi, chi li spediva all’estero, ecc.ecc. e tantissime persone controllavano le macchine che li producevano. Non c’era bimbo nel villaggio, ma che dico nel villaggio, nel mondo, che non avesse in casa almeno un gioco dei chiodini!
Ogni cosa nella fabbrica funzionava in modo perfetto da sempre e tutti gli abitanti del villaggio ai piedi della piccola montagna erano fieri di produrre chiodini che avrebbero dato forma ai sogni e alla fantasia dei bambini di tutto il mondo.
Un giorno però accadde un fatto insolito per la millenaria storia della fabbrica dei chiodini. Un caso strano ed inspiegabile: un chiodino era uscito difettoso!
E non si trattava di un problema di colore o di grandezza, perché ne esistevano davvero di ogni dimensione e sfumatura dell’arcobaleno, quanto piuttosto di
un problema di forma.
“Gravissimo incidente alla fabbrica dei chiodini!”
Era scritto a caratteri cubitali sulle prime pagine dei quotidiani.
“Tragedia alla fabbrica: chiodini nel caos!”
Questo era il titolo principale dei notiziari televisivi.
Nel villaggio tutti, davvero tutti, ne erano a conoscenza e parlavano di questa enorme disgrazia cercandone una spiegazione e proponendo le soluzioni più disparate. Alcuni, presi dal panico, pensavano che il problema potesse espandersi come un’epidemia e colpire tutti gli altri chiodini, mandando così in rovina l’intera fabbrica e con essa i sogni di tutti i bambini.
Altri, invece, cercavano di mantenere la calma ed il controllo per evitare di diffondere la notizia a livello mondiale.
Mai nella storia della fabbrica di chiodini era accaduto un fatto così grave!
Il direttore decise di chiudere temporaneamente la fabbrica e contattò i migliori ingegneri perché venisse controllata la macchina dalla quale era uscito il chiodino difettoso.
Fu un’enorme sorpresa per tutti però scoprire che la macchina non solo non aveva alcun guasto, ma era assolutamente perfetta.
Come era possibile allora che il chiodino fosse uscito fuori difettoso?
E con quel genere di difetto poi!
Il chiodino infatti aveva il piedino mozzo, questo avrebbe voluto dire che non si sarebbe mai potuto infilare bene nella sua griglia o, peggio ancora, sarebbe rimasto per sempre storto ed il disegno del bambino non avrebbe mai preso forma.
Il direttore, tutti gli operai e la gente del villaggio erano disperati.
Il Natale si avvicinava e se la produzione non fosse ripresa al più presto, non avrebbero potuto costruire le confezioni di chiodini in tempo per la Vigilia di Natale ed i bambini di tutto il mondo non avrebbero trovato il loro gioco di chiodini sotto l’albero.
Non c’era tempo da perdere dunque!
Con la massima fretta venne organizzata una grande riunione cittadina per discutere il piano di azione e per trovare una soluzione.
Vennero convocati davvero tutti, dagli abitanti del villaggio ai migliori scienziati e tecnici del mondo.
E mentre tutti gli adulti discutevano animatamente, proponendo, suggerendo e dando ognuno la propria idea per risolvere il problema, i più piccini, i bambini del villaggio, si misero insieme in un angolino a giocare con il loro gioco preferito. Non c’era infatti bambino del villaggio che non si portasse sempre con sé la sua griglia ed il suo sacchettino pieno di chiodini colorati quando usciva di casa!
Assorto nei suoi discorsi, il direttore non si accorse che il suo figliolo più piccolo, di appena due anni, gli aveva preso dalla tasca del cappotto la scatolina dove era racchiuso il chiodino difettoso.
Con estrema naturalezza il piccolo aveva aperto la scatolina e tirato fuori il chiodino, chiedendosi perché mai quel chiodino dovesse stare da solo in una scatoletta e, felice di averne uno in più, lo mescolò subito con gli altri chiodini ed iniziò a giocarci.
I bimbi si scambiavano i chiodini e si aiutavano l’un l’altro a creare bellissimi disegni, mentre i loro genitori erano tutti concentrati a decidere sul destino della fabbrica, che nel frattempo rimaneva chiusa.
Ad un certo punto uno scienziato, un professore emerito di medicina comparata alla tecnologia dei giochi, chiese al direttore di poter esaminare il chiodino difettoso. Il direttore della fabbrica infilò sicuro la mano nella tasca, ma con immensa sorpresa scoprì che la scatolina non c’era più.
«Per bacco, non c’è più!» gridò impallidendo.
«Eppure sono sicuro di averlo messo qui!» esclamò agitato.
Tutti iniziarono a vociare e turbati e angosciati si guardavano tra i piedi sperando di trovarlo.
Il sindaco, ad un certo punto, scorse la scatolina rovesciata nell’angolo dove stavano giocando i più piccoli e puntando il dito urlò:
«Guardate, eccolo! È lì!»
Tutti si girarono verso i bambini che rimasero sbigottiti. La scatola era a terra ma del chiodino non c’era alcuna traccia.
In verità di chiodini in giro ce ne erano a bizzeffe, e del colore rosso, come quello col piedino mozzo, ce ne erano almeno mille sparsi sul pavimento o infilati nelle griglie a fare bella mostra di sé. La gente si accalcava sui cumuli di chiodini a terra, raccogliendoli, passandoseli di mano in mano, esaminandoli attentamente, ma non c’era niente da fare. Tutti scrollavano il capo non riuscendo a trovare quell’unico chiodino che aveva messo in crisi un intero villaggio.
Niente da fare: il chiodino difettoso proprio non si trovava!
Mentre tutti si affannavano nella ricerca disperata del chiodino difettoso, il piccolo figlio del direttore, incurante di quanto stesse accadendo,
aveva appena completato il disegno nella sua lavagnetta: aveva creato un bellissimo aquilone bianco. Chiamò il papà per mostrarglielo, ma lui, con la testa china sul pavimento, continuava ad esaminare i chiodini uno ad uno. Finalmente riuscì ad attirare la sua attenzione e gli mostrò fiero il suo magnifico aquilone bianco con al centro un chiodino rosso.
Improvvisamente il direttore lasciò cadere a terra i chiodini che aveva in mano e prese la griglia di suo figlio.
Osservò stupito quel meraviglioso chiodino rosso posto nel cuore dell’aquilone. Non poteva essere lui! Il chiodino mozzo non sarebbe mai potuto stare così in armonia con il resto del disegno!
Guardò attentamente sotto la tavoletta per esserne sicuro, ma era proprio lui: il chiodino con il piedino mozzo!
Il direttore non ci poteva credere: sembrava un chiodino perfetto!
Guardò il retro della griglia: nessun piedino rosso al centro dell’aquilone. Dunque, quello era proprio il chiodino difettoso che stavano cercando!
Impossibile: dal davanti sembrava un chiodino perfetto!
Rigirò nuovamente la tavoletta per esserne ancora più sicuro, ma era proprio lui: il chiodino difettoso!
La sollevò sopra la testa per mostrarla a tutti. Nessuno poteva credere ai propri occhi. Come era mai possibile che quel chiodino uscito così male potesse stare dritto in un modo così perfetto? Semplice: era sorretto da tutti gli altri chiodini intorno e quella era la sua forza! Così facendo infatti il suo piedino mozzo non solo non si vedeva, ma appoggiandosi ai chiodini circostanti, riusciva a stare perfettamente dritto e saldo.
La meraviglia e la gioia negli occhi di tutti erano enormi.
Il viso del direttore si allargò in un grande sorriso e accarezzando il suo figlioletto esclamò a gran voce:
«Che si riapra la fabbrica!»
Da quel giorno la fabbrica riprese a lavorare a pieno ritmo e fabbricò sempre più chiodini. Il Natale fu salvo ed i bambini ebbero il loro gioco di chiodini sotto l’albero per generazioni e generazioni.
Di tanto in tanto, a dire il vero, dalla fabbrica continuava ad uscire qualche chiodino difettoso, ma ormai tutti sapevano che questo non era affatto un problema, ed anzi lo ritenevano un pezzo speciale.
La fantasia dei bambini sarebbe ugualmente volata su quelle tavolette, proprio come l’aquilone bianco dal cuore rosso, ed i loro disegni, fatti di chiodini, sarebbero stati comunque perfetti.
LA FABBRICA DEI CHIODINI E IL CHIODINO DIFETTOSO di Pamela Mariani
genere: INFANZIA E ADOLESCENZA