LARA E IL VIAGGIO INIMMAGINABILE di Marianna Rea
Lara era una ragazzina molto dolce, con i capelli biondi e gli occhi grandi.
Era sempre sorridente e disponibile ad aiutare.
Le sue giornate scorrevano tutte uguali a Città Grande nel Paese Antico, ma per lei stava per cambiare tutto o quasi: di lì a poco avrebbe dovuto incominciare il “viaggio della vita”. Era un viaggio che dovevano fare tutti gli abitanti di quei posti quando erano pronti per diventare adulti.
Così, poco tempo dopo, il momento di Lara arrivò. Mentre si preparava per questa impresa, entrò la mamma che, mentre già l’aiutava, disse:
«Non preoccuparti. Durante questo viaggio non sarai mai sola. Con te ci sarà sempre Re Mishael. Lui non si vede ma è sempre con tutti quelli che lo vogliono con loro.»
La ragazzina ebbe grande consolazione da questa cosa, abbracciò la madre e rispose:
«Stai tranquilla anche tu. Torno presto.»
Il giorno dopo prese la sua tenda, il suo sacco e partì col suo amato cavallo. Costeggiando il fiume Lungo si addentrò nel grande Bosco Fantasioso.
Cominciò a farsi notte e Lara non sapeva dove accamparsi per la notte. Poi vide una grotta illuminata e dall’interno sentiva delle voci rassicuranti.
“È abitata” pensò “starò qui fuori stanotte così non sarò sola.”
La mattina dopo dalla caverna fece capolino una specie di orso grigio chiaro che somigliava anche ad un gorilla. Sembrava morbido, dolce, tanto simpatico e un po’ triste.
«Buongiorno ragazzina. Mi chiamo Groy. Sono un gorillorso. Tu come ti chiami? Hai bisogno di aiuto con la tenda?» disse col suo vocione, ma dolcemente, l’animale.
«Mi chiamo Lara. Grazie mille! Ho già quasi finito. É molto gentile.»
Allora Groy continuò:
«Oh, sei stata velocissima! Vieni qui un po’ al riparo. Ti riposi un altro po’ e poi riparti.» Lara rispose:
«Grazie mille ancora! Mi fa molto piacere!»
Così stettero un po’ insieme. Si divertirono, parlarono e mangiarono accanto al fuoco. Groy la faceva sentire al sicuro. Ma c’erano altri gorrillorsi che sembravano intimoriti da Groy.
Infatti, quando un amico gli disse una cosa in segreto, cambiò viso e cominciò a sbraitare in un modo spaventoso. Nessuno riusciva a fermarlo.
Lara sentiva come se qualcuno la spingesse, gli si avvicinò e disse:
«Groy sono io Lara. Ma tu sei così buono! Perché fai così? Stai tranquillo qualsiasi cosa sia si può rimediare sicuramente almeno un po’.»
L’animale si fermò all’istante, riprese il suo volto e abbracciò la ragazzina. Era così dispiaciuto! Poi disse:
«Grazie! Non è la prima volta che mi arrabbio così. Hai ragione. Ogni volta che si presenta un imprevisto devo pensare che è risolvibile anche solo un po’.»
«Bravo!» rispose Lara mentre era ancora beata tra le braccia di Groy
«Ti voglio tanto bene e sarò tua amica per sempre.»
Allora lui le fece una promessa:
«Ti proteggerò sempre. Ti basterà toccare questo ciondolo ed io sarò lì in un battibaleno!»
Così la piccola mise subito il bellissimo ciondolo al collo, salutò tutti i gorillorsi, felici per il loro amico, e riprese il viaggio seguendo il fiume.
Era tutto così incantevole! Il fiume che scorreva limpido, rocce, fiori, alberi, tanti animali e fatine farfalline ovunque.
Ma il sole cominciò a tramontare. Lara doveva trovare un posto per la notte. Ma non c’era. Cercava in lungo e in largo.
Poi, finalmente, vide uno spazio erboso e una casetta in un albero cavo con una luce. Era il posto giusto. Montò la tenda e si mise a dormire. Era così tranquillizzante quel posticino!
Arrivò la luce del giorno, Lara si svegliò e smontò la tenda; era pronta per rimettersi in viaggio quando dalla casetta uscì, tutto assonnato, un animaletto tutto blu che somigliava ad un orsetto lavatore e ad un cucciolo di lupo contemporaneamente. Appena la vide, sbadigliando, disse:
«Buongiorno fanciulla. Scommetto che hai un bellissimo nome. Come ti chiami?»
«Mi chiamo Lara. E tu?»
«Avevo ragione, il tuo è proprio un bel nome. Io sono Mostrillo. Lo so è un nome strano ma mi hanno chiamato così e me lo tengo. Dimenticavo, hai bisogno di aiuto? Puoi entrare in casa e mangiare qualcosa o lavarti se vuoi.»
Wow! Sembrava così buono e simpatico.
Così Lara entrò. Si divertirono davvero tanto, finché Mostrillo cacciò fuori dei brutti artigli e la ferì. Le fece un taglio molto grande e profondo alla spalla sinistra. Non lo fece apposta ma non riuscì a non farlo.
D’improvviso la ragazzina sentì come se ci fosse qualcuno che la proteggeva da quella orribile situazione e la portava verso la porta. Nel frattempo, stringeva forte il suo ciondolo.
Pian piano, mentre Mostrillo cercava di raggiungerla, riuscì a scappare.
Arrivò, in quel momento, Groy e la aiutò bloccando la porta prima che il mostriciattolo uscisse.
Si salutarono da lontano, lei prese il cavallo e corse il più lontano possibile.
Una volta al sicuro, si fermò, si medicò la gigantesca ferita e cercò di dimenticare tutto. Così si addormentò accanto al suo cavallo sulla sponda del fiume pensando a Groy e a quella persona invisibile che l’aveva aiutata per la seconda volta.
“È di sicuro Re Mishael” pensò rassicurata.
Quando si svegliò dal meritato riposo si ritrovò appoggiata su un grosso leone bianco che dormiva ancora.
Si alzò di scatto ma, stranamente, non aveva paura; anzi, non riusciva a distogliere lo sguardo da quel bellissimo animale. Era così rassicurante!
Mentre era in quella pacifica contemplazione il leone si svegliò e pian piano si alzò. Era gigantesco! Come un orso polare. Ma era così meraviglioso! Aveva gli occhi blu scuro come il mare più profondo. Il suo sguardo era dolce e autorevole allo stesso tempo. Mentre Lara pensava:
“Wow! Potrebbe essere il Re? Ma io so che lui non si può vedere” il leone parlò:
«Lara. Sì. Sono Re Mishael. È vero. Di solito sono invisibile. Ma mi faccio vedere sotto questa forma solo da chi ne ha veramente bisogno. Ho visto il tuo cuore. So tutto quello che ti è successo e che il tuo viaggio ancora non è finito. Voglio che tu sappia che non ci saranno solo brutte sorprese, ma anche tante meraviglie.»
La ragazzina era senza parole. Dalla sua bocca uscì solo:
«Grazie! Wow! Grazie!»
Il Re rise intenerito e poi continuò:
«Ricorda che sono accanto a te in ogni momento.»
«Ma è vero che sei con tutti contemporaneamente?» chiese lei.
«Sì, ma si accorge di me solo chi mi vuole con sé!»
Poi Lara tutta trafelata disse:
«Ma dobbiamo andare. Il mio viaggio deve continuare. Però vorrei fare altre chiacchierate con te. Ho tante cose da chiederti.»
«Quando vuoi. Io sono qui. Basta che inizi a parlarmi. Ora ritorno invisibile» rispose il Re.
Così si rimisero in viaggio. Il fiume Lungo era proprio degno del suo nome. Chissà quando sarebbero arrivati al mare! Nel frattempo, arrivò la sera e ci voleva un posto sicuro.
Cerca e ricerca, d’improvviso apparvero delle casette piccole piccole.
Che carino! Un villaggio di gnomi! Aveva trovato di nuovo un posticino per la tenda.
Il giorno seguente entrò nel piccolo centro. Era tutti così gentili! Aspettavano sempre un nuovo amico che faceva il viaggio della vita.
Ad un tratto un gruppo di gnomi più altini e vestiti in modo inquietante circondarono la ragazzina. Cominciarono a prenderla in giro con cattiveria:
«Quanto sei brutta! Sei troppo strana! Che porti addosso? È una gonna o un pantalone? Che capelli inguardabili! Le lentiggini! Pure quelle hai!» e ridevano a crepapelle.
Lara non gli dava peso, anzi rideva e non rispondeva.
Allora loro continuavano sempre peggio. Ma lei continuava a camminare finché non fecero un muro tutto intorno a lei salendo l’uno sull’altro.
Mentre stava per spingerli per passare arrivò un’altra ragazzina con i capelli lisci e gli occhi belli. Fu amicizia a prima vista. Insieme spostarono il recinto di esserini e se ne andarono.
Arrivate ai cavalli si presentarono.
«Mi chiamo Nora. Anche tu in viaggio?»
«Io sono Lara. Si anch’io. Viaggio della vita giusto?»
«Indovinato! E se continuassimo insieme?»
«Certo! Sarebbe fantastico!»
«Ok! Allora mettiamoci in cammino!»
E così fecero. Mentre camminavano parlavano di ogni cosa, scherzavano e ridevano. Che bello! Ma divenne notte ancora e adesso dovevano cercare posto per due tende e due cavalli. Stavolta la notte sarebbe stata più divertente.
Girarono a lungo e d’improvviso davanti a loro, in mezzo agli alberi, si aprì una radura piena di fiori. Era perfetta! Così prepararono tutto, mangiarono insieme e poi andarono a dormire.
Il mattino dopo, mentre facevano colazione Nora notò una cosa allarmante: la benda sulla spalla di Lara era macchiata di sangue. La ferita si era riaperta!
«Me ne ero dimenticata» disse lei con gli occhi pieni di lacrime. Poi continuò:
«Il fiume è qui. Bagna questa fascia mentre io tolgo questa sporca. Così si ferma la fuoriuscita di sangue e abbiamo il tempo di trovare un dottore. Sulla mappa ce n’è indicato uno tra due ore di cammino.»
Nora, in un attimo, tornò con la benda bagnata e ripartirono subito.
Durante il cammino la ragazza raccontò a Nora della brutta esperienza con Mostrillo. Arrivate al punto indicato dalla mappa sembrava non esserci nulla.
Lara pensò:
“Re Mishael, cosa faccio adesso? Ricomincia a sanguinare!»
La risposta arrivò subito nella sua mente:
«Guarda bene. È qui.»
La ragazza lo disse subito a Nora che l’aiutò a osservare il posto. L’unica cosa che si vedeva era la casa di un vecchio amico che si chiamava Abel.
Ad un certo punto l’illuminazione: proprio lui che poteva curarla! Era un capo infermiere.
Così bussarono alla porta. Furono subito accolte e Lara curata. Ci volle un po’ di tempo. Rimasero lì fino a sera. L’amico le invitò a rimanere a dormire così poteva pure controllare che la ferita non si riaprisse.
Quella notte dormirono in una stupenda e grande camera.
Arrivò, in mattinata, anche stavolta, l’ora di ripartire. Il viaggio proseguiva tranquillo e divertente. Le due ragazze andavano molto d’accordo e scoprivano e conoscevano tanti posti e tante cose nuove.
Un giorno Nora guardando l’amica disse:
«Sei rossa in viso. Hai anche gli occhi lucidi.»
Poi, toccandole la fronte continuò:
«Bruci. Hai la febbre alta. Fermiamoci. Metto le tende, tu ti metti a riposo al caldo e io chiamo il tuo amico infermiere.»
Lara, stremata, riuscì solo a dire:
«Grazie, mia Nora!»
Così la ragazza fece ciò che aveva detto e l’amico arrivò. La febbre scendeva e poi, dopo un po’, risaliva. Passarono due giorni e così Abel chiamò tre medici che lui conosceva. Nessuno, per giorni, capiva da dove veniva questa febbre che andava via e tornava. La ragazza, comunque, stava un po’ meglio; la febbre non era più forte come i giorni passati. Ma lei si sentiva debole.
Così un giorno Lara disse a Nora e Abel:
«Fateli andare via tranquilli. Ho capito che Re Mishael vuole che continuiamo il viaggio, anche se lentamente, e Lui ci guiderà verso la soluzione alla mia febbre.»
I due ragazzi erano pienamente d’accordo. così il viaggio riprese e Abel si offrì di accompagnarle finché Lara non fosse stata bene.
Di lì in poi il cammino continuò abbastanza quieto e fiducioso, anche se Lara ogni tanto stava male.
Un giorno, durante una sosta, mentre la ragazza era sola appoggiata ad un albero, Re Mishael riapparve in tutto il suo splendore e disse:
«Lara ci penso io a te. Ricordi quello strano brufoletto che hai da quando sei nata e che non si poteva togliere? È quello il problema. Io posso toglierlo.»
La ragazza scoppiò in lacrime di gioia e lo ringraziò tantissime volte. Poi si guardò la gamba e quell’escrescenza non c’era più.
Era così felice! Rideva e piangeva! Iniziava già a sentirsi molto meglio.
Il Re, ridendo con lei, ritornò invisibile.
Appena gli amici tornarono raccontò tutto e, per provare che stava meglio, si mise a saltellare.
I ragazzi scoppiavano di gioia e festeggiarono tutta la sera.
Il giorno seguente il viaggio riprese a pieno regime e per Abel arrivò il momento di tornare a casa, ma con la promessa che stavolta si sarebbero rivisti presto.
Le due ragazze erano, finalmente, serene. Mentre camminavano il paesaggio era sempre più incantevole e si sentiva sempre di più l’odore del mare.
Quella sera, però, si sentivano un po’ meno protette senza Abel. Ricordarono, però, che con loro c’era il Re e si tranquillizzarono.
Poi, per la notte, trovarono un posto davvero magnifico.
Al risveglio, uscirono dalle tende per fare colazione e…videro un’altra tenda. Chi poteva essere? Quando era arrivato? Ne uscì un ragazzo poco più grande di loro, alto e con gli occhi tristi e felici contemporaneamente.
«Oh! Buongiorno! Ieri sera non vi ho viste. Comunque, molto piacere! Mi chiamo Liam.»
Le due ragazze si presentarono subito. Dopo cinque minuti, già sembrava si conoscessero da sempre e cominciarono a divertirsi come matti. Liam era proprio simpatico!
Al momento di ripartire decisero di continuare tutti e tre insieme. Durante il cammino parlavano tantissimo, si raccontavano tutto; in particolar modo Lara e Liam andavano d’accordo quasi su tutto.
Un giorno, mentre si parlava delle peripezie passate, il ragazzo chiese:
«State facendo il viaggio della vita, vero? Io l’ho fatto qualche anno fa.»
«Uh! Davvero? Racconta! Sì, noi lo facciamo ora» risposero in coro le due amiche. Liam raccontò un episodio solo:
«Ero arrivato finalmente all’uscita del bosco quando davanti a me si innalzò, tutto d’un tratto, un muro di piante fitte. Chiesi a Re Mishael cosa dovessi fare e lui mi disse semplicemente di scavalcarle. Era l’ultimo ostacolo. Così ho fatto. Ho concluso il viaggio, ma avevo perso il braccialetto che mi aveva dato mia madre prima di partire. Ora è il momento di riprendermelo. Senza quello mia madre piano piano non mi ha più riconosciuto.»
Poco tempo dopo, arrivarono alla fine del Bosco Fantasioso; da lontano si vedeva il mare. All’improvviso da sottoterra uscì, di botto, il muro di piante. Era fittissimo e molto alto! Lara disse:
«Scavalchiamo! Ah! Dimenticavo! Liam vedi il braccialetto da qualche parte?»
«No, sarà dall’altro lato»
«Allora andiamo!» dissero le due ragazze.
Si arrampicarono fino in cima e rimasero letteralmente scioccati dal panorama stupendo davanti a loro: sabbia di platino, fiori coloratissimi, conchiglie brillanti e un mare indescrivibile.
D’improvviso il muro cominciò ad abbassarsi e poterono scendere senza difficoltà. Wow! Ce l’avevano fatta! Ma Liam era pensieroso. Non trovava il suo braccialetto.
Ma nulla era perduto! Re Mishael si fece vedere da tutti e tre, si girò verso il ragazzo e disse:
«Ecco il tuo bracciale!»
Glielo diede e continuò:
«Ragazzi avete fatto proprio dei viaggi molto impegnativi. Avete passato dolori e gioie, avete imparato cose nuove e messo in pratica vecchi insegnamenti. Siete davvero cresciuti. Ora è il momento di tornare a casa. Vedete laggiù dove ci sono quelle rocce bianche? C’è una porta segreta. Entrate lì e sarete subito a casa.»
I ragazzi lo abbracciarono tutti insieme. Lui disse ancora:
«Non vi preoccupate. Non mi lasciate qui. Io vengo con voi. Sono sempre con voi. Solo che mi vedrete molto più di rado.»
Così aprirono la porta e tornarono a Città Grande tutti insieme.
I tre amici si salutarono con la promessa di esserlo per sempre.
Si incamminarono verso i loro quartieri. Ad un certo punto, Liam tornò indietro, abbracciò Lara e le sussurrò:
«Ti vorrò bene per sempre!»
«Anch’io!» rispose lei.
Poi anche loro due tornarono sulla strada per le loro case.
LARA E IL VIAGGIO INIMMAGINABILE è un racconto di Marianna Rea