OLTRE di Francesco Tristano

È tutto buio e sono in fermento.
Guidavo la mia moto, quando ho visto una luce ed eccomi qui.
Mi dispiace per i miei cari, ma cosa sono ora?
Non percepisco il corpo e la testa, ma sto pensando, quindi ho un cervello?
Il cervello fa parte del corpo.
Senza un corpo non ho neanche gli organi che lo formano.
Se non sono organico sono solo un’idea.
Ma non una nata dal nulla, sono la memoria di un corpo che era vivo.
Sento l’impulso di creare.
A che età sono morto?
Non ricordo.
Mamma e papà quanto mi mancate.
Mi avete creato, ma adesso sono io a dover creare qualcosa.
Come idea devo inventare.
È un sentore che voglio diffondere, mi sento in sovraccarico.
Sto crescendo.
Non sono più solo un’idea, ma anche una spalla e un braccio.
Non sento niente dalla spalla in su.
Più che una spalla e un braccio sento il ricordo che avevo di loro.
Non c’è carne ma solo energia, e scorre come un fluido.
Sensazione fantastica.
Percepire il sangue defluire nei vasi è lo stesso?
Quel che credo sia il mio corpo luccica di blu, al suo interno ci sono tante sfere bianche.
Sono stelle, io sono il loro cielo e mi sento bene.
Se continuo a creare starò anche meglio.
Un’aura azzurra mi circonda fino a quello che dovrebbe essere l’idea di un polso.
La mia mano non ha contorni, posso muoverla.
Se questa è la morte non sono mai stato così vivo.
L’impulso di creare è sempre più forte, nulla è più importante del creare.
Mi sto espandendo.
Mamma, dovresti vedermi adesso, ho le dita più lunghe del braccio.
Si ramificano sempre più, illuminando tutto e avvolgendomi.
Il buio sta svanendo e io non ho più una forma, ma solo la percezione di tutto ciò.
Intorno a me non c’è più buio e mi sento enorme.
Devo continuare a crescere con le mie stelle.
Mi sto espandendo e sto creando, ma non è ancora abbastanza, ho solo iniziato.
Mamma tutto ciò è stupendo.
Sono qui e oltre, mi percepisco ovunque.
Sento il mio nuovo corpo espandersi a dismisura.
Come mi chiamo?
Perché sono qui?
Amore, questa parola era importante per me, non so perché.
La mia memoria sta svanendo lasciando il posto all’impulso di creare.
Sono a metà strada tra vecchio e nuovo.
Adesso ho paura mamma, per la prima volta da quando sono qui, e sono anche triste.
Ho la consapevolezza che sto per dimenticarmi tutto quello che ero, e mi dispiace.
Non vorrei ma devo farlo.
Tutte queste parole che penso non le sto dimenticando, anche se molte di loro stanno perdendo di significato.
Ormai sono enorme rispetto quello che ero, e minuscolo rispetto quello che sarò.
Ma qui esiste il tempo?
Mamma non mi ricordo più niente di te, ma percepisco che ti volevo bene anche se non so proprio cosa significhi. La mia espansione continua, se creo mi appago.
Mamma ti sto perdendo, sei l’ultima parola di cui ho memoria.
Chi era Mamma?
Parola vuota, bisogna creare.
Continuo ad espandermi e cosa sono?
Sono Universo.
Cosa devo creare? Vita.
Ma sono solo Universo, come creare Vita?
Sì, devo farlo, è un impulso.
Adesso so cosa fare.

Oltre è un racconto di Francesco Tristano

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